domenica 14 agosto 2016

Annunciamo la parola di Dio



Annunciare significa portare una notizia e Nostro Signore Gesù comandò: «Andate in tutto il mondo e annunciate il Vangelo ad ogni creatura. Chi crederà e sarà battezzato sarà salvo, ma chi non crederà sarà condannato…» (Mc.16,15-18).
Ricevere l’annuncio di Cristo morto e risorto e rifiutare di credervi, oppure fare compromessi, oppure sminuire, oppure edulcorare l’oggetto dell’annuncio  è un peccato che commette colui che rinuncia a credervi e colui che ha accondisceso ad un dialogo che stravolge il cuore dell’annuncio.
La Parola di Dio deve essere annunciata nella Sua interezza e con fermezza senza fare sconti su alcuni  punti della Sacra Scrittura. La Parola è infallibile  perché proviene da Dio e non può essere soggetta alle libere interpretazioni. Nostro Signore dice: “avete inteso che fu detto, ma io vi dico che…”(Mt.5, 21-22).
La Parola di Dio non si discute, si accetta.
Nel non aver accettato la Verità e nell’aver fatto compromessi con la modernità  sta il vero problema della crisi esistenziale dell’uomo di oggi. 
Gesù all’inizio della sua predicazione comanda e obbliga: «Convertitevi e credete al Vangelo…» (Mt.4,17),e a chi chiedeva spiegazioni  o faceva obiezioni Gesù diceva:” volete forse andarvene anche voi?” (Gv.6,67).
Gesù ammaestrava  il popolo, insegnava loro, ma non discuteva e non dialogava, parlava  con autorità, dicendo  che quella che annunciava era la Verità.
E’ ovvio che Gesù ci viene incontro  nella  storia personale di ognuno di noi, “ci prende” come siamo – peccatori – ma per trasformarci, per guarirci; la sua intenzione non è quella di lasciarci come siamo e dialogare all’infinito perché alla fine l’uomo  resti com’è. A chi accetta l’annuncio  Gesù lo trasforma, lo libera,  lo illumina, lo solleva.
Non è senza conseguenze dolorose per l’uomo  non ubbidire alle leggi di Dio. E’ Dio che ha stabilito ciò che è bene e ciò che è male e l’uomo deve solo ubbidire al suo Creatore che lo ama e lo vuole felice. 
La felicità per l’uomo si realizza solo nell’ amorosa sequela di Dio. 
Il  “secondo me”, molto di moda oggi,  è  disobbedienza a Dio. Per risollevarci dalla caduta Gesù  non ha esitato a dare la Sua Vita per noi, per dare soddisfazione alla Giustizia di Dio. Dio è Misericordia e  Giustizia, e chi non vuole passare dalla Misericordia di Dio - non accettando l’annuncio di Gesù - dovrà passare dalla Giustizia divina. La morte in Croce di Gesù la esigeva la Giustizia divina: qualcuno doveva pagare. Ecco perché  Gesù ha pagato per i nostri peccati.
 La libertà dell’uomo è limitata e sottomessa a ciò che Dio ha stabilito che sia bene e ciò che Dio ha stabilito  che sia male .
Il “secondo me”  è una ennesima caduta dell’uomo che continua ad essere tentato. La Rivelazione è immutabile. 
L’albero della conoscenza del bene e del male simboleggia il  limite invalicabile  che l’uomo, in quanto creatura, deve  riconoscere e rispettare. L’uomo dipende dal Creatore ed è sottomesso  alle leggi della creazione e alle norme morali che regolano l’uso della libertà che Dio gli ha donato.
L’uomo abusando della propria libertà ha disobbedito al comandamento di Dio. La Sacra Scrittura mostra le conseguenze drammatiche  della  prima disobbedienza dell’uomo a Dio, a seguito della quale  l’armonia della creazione fu spezzata, così pure mostra le conseguenze drammatiche delle ripetute disobbedienze del popolo d’Israele e la drammatica necessità della Passione di Cristo perché Dio non abbandona l’uomo. Egli lo cerca , lo invita, lo corregge, lo ammaestra, lo illumina e “se”  l’uomo gli corrisponde, Egli lo abbraccia con l’eterno Suo Amore.
Il dramma sempre possibile della perdizione eterna, eternamente lontano dall’Amore, sta tutto in quel “se”. 
La Parola di Dio non si può cambiare, ne modernizzare : Gesù disse:” In verità vi dico: finché non siano passati il cielo e la terra, non passerà neppure un iota o un segno della legge, senza che tutto sia compiuto”(Mt. 5,18). 
(Galati 1, 1-18) 1 Paolo, apostolo non da parte di uomini, né per mezzo di uomo, ma per mezzo di Gesù Cristo e di Dio Padre che lo ha risuscitato dai morti, 2 e tutti i fratelli che sono con me, alle Chiese della Galazia. 3 Grazia a voi e pace da parte di Dio Padre nostro e dal Signore Gesù Cristo, 4 che ha dato se stesso per i nostri peccati, per strapparci da questo mondo perverso, secondo la volontà di Dio e Padre nostro, 5 al quale sia gloria nei secoli dei secoli. Amen.
6 Mi meraviglio che così in fretta da colui che vi ha chiamati con la grazia di Cristo passiate ad un altro vangelo. 7 In realtà, però, non ce n'è un altro; solo che vi sono alcuni che vi turbano e vogliono sovvertire il vangelo di Cristo.8 Orbene, se anche noi stessi o un angelo dal cielo vi predicasse un vangelo diverso da quello che vi abbiamo predicato, sia anàtema!9 L'abbiamo già detto e ora lo ripeto: se qualcuno vi predica un vangelo diverso da quello che avete ricevuto, sia anàtema! 10 Infatti, è forse il favore degli uomini che intendo guadagnarmi, o non piuttosto quello di Dio? Oppure cerco di piacere agli uomini? Se ancora io piacessi agli uomini, non sarei più servitore di Cristo!
11 Vi dichiaro dunque, fratelli, che il vangelo da me annunziato non è modellato sull'uomo;12 infatti io non l'ho ricevuto né l'ho imparato da uomini, ma per rivelazione di Gesù Cristo. “
Tutti i maldestri   e malevoli  tentativi di modificare la Parola di Dio  non sono mai riusciti nel corso dei millenni.
Papa Benedetto XVI : «… sarà possibile e necessaria una critica a pronunciamenti papali, nella misura in cui manca a essi la copertura nella Scrittura, nel Credo e nella fede della Chiesa Universale. Dove non esiste né l’unanimità della Chiesa universale né una chiara testimonianza delle fonti, là non è possibile una decisione impegnante e vincolante; se essa avvenisse formalmente, le mancherebbero le condizioni indispensabili e si dovrebbe perciò sollevare il problema circa la sua legittimità».




domenica 9 agosto 2015

L´inferno esiste ! Una lezione




L´inferno esiste!


Con la grazia divina, noi meritiamo il paradiso solo perché Dio ha promesso di compensare le nostre buone opere, dunque non per diritto di nascita, ma Cristo ha potuto meritare la nostra salvezza ha placato la giusta ira di Dio per il peccato originale, per i peccati del mondo e cosi degnamente e pienamente soddisfacente per il padre anche scontare la pena con la morte ed essere premiato con la resurrezione, e in più ha voluto anche comunicare questa sua azione da figlio di Dio a coloro che incorporati in lui tramite il battesimo partecipano con lui alla sua morte e alla sua resurrezione e appunto meritano il loro paradiso, se è un merito esiste chi non lo merita, chi non lo vuole, chi non e fedele a Dio e per necessita queste persone sono puniti. La domanda sedici del catechismo: i cattivi che non servono Dio e muoiono in peccati mortale che cosa meritano? Risposta: „ I cattivi che non servono Dio meritano l´inferno!“
Chi non osserva la legge ma le proprie passioni merita l´inferno. I cattivi che non servono Dio sono coloro che peccano trasgredendo la legge dei divini comandamenti, non servono Dio ma le proprie passioni, il mondo, il demonio. Giuda invece di mettersi al servizio di Cristo, pensava solo a accontentare la sua avarizia e si perdette. Invece di servire Dio e rispettare i comandamenti ci si mette a servire le proprio passioni, passioni basse che si manifestano anche materialmente. La dannazione scaturisce da non servire Dio ma il mondo, ricercando la vana gloria, coltivando la superbia e poi anche servendo il demonio. Senz´altro si serve il demonio quando si seguono le proprie passioni ma le passioni proprie si impongono come tiranni anche senza il demonio. Si racconta che nelle città i demoni hanno poco da fare, sulle mura della citta stanno in poltrona e si dicono che qui non ce niente da fare, perché ci troviamo in città dove il vizio regna, dove regano le passioni, il peccato. E per questo i demoni sono attivi li dove vivono le persone ritirati dal mondo, anche ritirati dalle passioni, per tentarli con l´orgoglio e la vana gloria e altri vizi. 
I cattivi essendo privi della divina amicizia, anche se compiono qualche opera buona, non meritano il premio eterno che il signore ha preparato per quelli che lo amano. Questo va ricordato a tutte le opere umanitarie. 
Le opere umanitarie che si presentano nella guerra, con acqua e medicinali sono opere buone ma se non sono al servizio di Dio non meritano il paradiso. Purtroppo è anche ufficiale che molte delle opere apparentemente buone sono maschere di opere cattive che si nascondono dietro.
L´unico vero segno che un opera e davvero buona è se è fatta nel nome del padre, del figlio e del spirito santo. Prima, nel passato, ogni opera di bene, sia aiutare i stranieri con le carte, con i documenti, aiutare i bisognosi, dargli il cibo e da bere, era tutto fatto in nome di Dio!
Chi muore in peccato mortale senza essersi prima riconcigliato con Dio è privo della divini amicizia e non può essere ammesso alla felicita dei giusti in paradiso dove non entra nulla di macchiato! Gesù ci fa comprender questa verità nella parabola delle nozze. Colui che si era introdotto nella sala (che rappresente il cielo) senza la veste nuziale (simbolo della grazia), per ordine del padrone fu preso e gettato fuori nel buio della notte. Dunque per salvarsi non basta tentare Dio dicendosi, tanto prima di morire dirò un bel rosario, chiamerò il sacerdote, mi faro dare i sacramenti e sarò salvo. Non sappiamo se avremmo la forza di confessarci, e poi essere amici di Dio non è una cosa automatica, non è una scelta come scegliere un abito o un partito. Dio vuole che si è suo amico, che lo si cerca, che lo si serve in tutto e per tutto fedelmente. 
Esistono la disperazione e il fatalismo, queste sono la sostanza dell paganesimo. 
Martin Lutero che dice: pecca fortemente, e credi ancora più fortemente e Cristo ti porta in cielo, sbaglia. O Calvino che dice che non si possa fare niente, si è predestinati di essere salvi o dannati, e dipende dell guadagno, e se si guadagna bene e si ha potere economico si è benedetti di Dio e salvati. Questo è una fede moderna che ha influenzato il mondo intero, specialmente l´USA.  
L´inferno è il patimento eterno della privazione di Dio, perché sono privato di Dio, perché non l´ ho ricercato, perché non lo ho cercato, perché non ho vissuto i comandamenti, ho cercato me, la mia vanagloria, le passioni, il mondo, ho cercato la mia volontà e rifiutavo di seguire la volontà di Dio, non lo ho ricercato e quando mi mancano tutti i beni di cui ho abusato, mi trovo nel vuoto senza Dio. Scoprire che l´intelletto era fatto per dio, la sua volontà era fatta per dio e si ritrova lontano da Dio e con un odio verso Dio.  
Per i paurosi, per gli increduli, gli omicidi, i fornicatori, i stregoni, idolatri e per tutti i mentitori, la loro parte sarà nello stagno ardente di fuoco che è la seconda morte (Apocalisse 21).  

Apocalisse 21,8
Ma per i vili e gl'increduli, gli abietti e gli omicidi, gl'immorali, i fattucchieri, gli idolàtri e per tutti i mentitori è riservato lo stagno ardente di fuoco e di zolfo. È questa la seconda morte».

Per tutti i mentitori, vuol dire che ogni tipo di questi vizi è una menzogna. Il peccato è sempre una menzogna o perché e contro Dio che è la verità. Il peccato è anche un malizia perché Dio è il bene, e va contro il bene, va contro Dio!  
Coloro che sono condannati si perdono per paura perché non hanno trovato il coraggio di affrontare la battaglia contro il male, non si vince il male in qualsiasi forma ci si presenta, i propri vizi, i difetti propri, o le suggestioni che portano al peccato, non si è stati lontano dalle tentazioni che portano al peccato o dalla persona sbagliata che porta al peccato, e per paura si recede e non si affronta e non si supera.  
La teologia insegna che la grande parte dei dannati sono dannati per lussuria! Ma vi è una grande parte di dannati per il poco coraggio, slancio nel superare se stessi e darsi con generosità al servizio di Dio. L´inferno è il patimento della privazione di Dio nostra felicita. 
Dio ci ha creati per contemplarlo, possederlo e goderlo in cielo! Egli solo come verità prima, sommo bene e vita beata ci può rendere pienamente felici appagando tutte le nostre brame e tutti i nostri desideri. A molti è sconosciuta perché non nasce spontanea la brama di Dio ma nasce nel vivere secondo i comandamenti, nasce nel pregare fedelmente, ricevere i sacramenti con regolarità e vivere secondo i comandamenti e i precetti della chiesa. Allora li nasce la brama di Dio, della sua gloria e di onorarlo con l´esercizio delle virtù. Dopo la morte nessun anima si può più salvare! Qui sulla terra gli uomini hanno mille cose con cui servire le proprie passioni, ma dopo la morte non ci sono più, ma per i dannati esiste solo un vuoto. Si trovono lontani da Dio. In Inferno si è privi di Dio, privi del suo gaudio. L´anima ha un bisogno di Dio, ma si sa da lui respinto, odiato e punito. Essere privati di Dio è la pena più grande che esiste! Ma l´uomo moderno non vuole sentirlo e non vuole crederlo! Si aggrappano alla sua bontà che adorano come se fosse infinita, ma rifiutano l´infinito e così soffrono e soffriranno! 
L´amore tradito é punito! Dio è un Dio geloso! Pochi sanno cosa è la fedeltà d´amore! 
La menzogna del mondo ha penetrato la mente e i cuori di uomini, finche hanno creato un nuovo cielo e un nuovo inferno: "l´inferno esiste ma è vuoto!" Oppure: "l´inferno non esiste veramente“!
Il catechismo ci insegna qualcosa altro. L´inferno esiste! I cattivi entrano nell´ inferno! Dio confina i demoni nel fuoco! I demoni sono nel fuoco eterno e il dannato è immerso nel fuoco quasi immedesimato con il fuoco come noi con l´aria che respiriamo. Privi di Dio, di ogni bene e afflitti di tutti i mali! Tanto più lo hanno ricercato. Tra i massimi tormenti oltre al fuoco ce la disperazione, l´odio, l´immobilita, che vide anche santa Teresa d´Avila. Come ingessati tutta la vita senza potersi muovere, pentimento eterno, il fumo dei loro tormenti si alzeranno in eterno, dove il loro verme non muore. La realtà dell´ inferno, ha causato in San Bruno la decisione di fondare l´ordine religioso die certosini. Vide un dannato che conosceva e che era uno che non sembrava aver manifestato all´esterno le passioni e i suoi peccati, si sarà dannato per la vanagloria e ipocrisia e forse le passioni basse che nascondeva (San Bruno, si racconta, pensava che sia stato forse il peccato di lingua e così fondo l´ordine dei certosini, che vietava il parlare-con voto del grande silenzio). Si racconta che mentre si cantava l´ufficio dei defunti, alle parole: risponde mihi, il morto disse: „per il giusto giudizio di Dio sono stato accusato“, dopo alla seconda volta disse il cadavere „per il giusto giudizio di Dio, sono stato condannato“, l´ufficio fu sospeso e ripreso l´indomani, l´indomani alle parole "risponde mihi", il cadavere si agitò, si pose a sedere nella bara aperta e disse: „per giusto giudizio di Dio sono stato condannato all´inferno!“ poi ricadde e non si mosse più. Tutti furono vivamente impressionati, specialmente Bruno, professore dell´università, che abbandonò la brillante carriera, si ritirò nella solitudine, fondò l´ordine dei certosini e divenne santo, canonizzato dalla chiesa. Queste parole e questa verità sull´ inferno che meritano coloro che non servono fedelmente Dio, ci sia di grande lezione. 



giovedì 6 agosto 2015

Ho sete di anime! Preghiamo per i moribondi e i defunti


Preghiamo per i moribondi e i defunti!

Segue un´esperienza di un anima che fu avvertita di notte da Dio di mettersi in preghiera. 

"... Sentivo tanto amore per questo Davide, un´anima che Dio mi mise davanti e che viveva separato da sua moglie e lontano dai sacramenti. Lui desiderava cambiare vita. Mi guardava e mi stringeva a se con amore fraterno e mi chiese: `Chi mi ti ha mandato. Me lo puoi dire?´  Io gli parlai di Dio e della vita eterna della nostra anima, gli parlavo dell´amore vero. Gli parlai della vita dopo la morte, l´ eternità. Lui ne era commosso e sempre mi chiedeva chi mi avesse portato da lui, li nella stanza di dolore, fino a che disse: “E come hai fatto ad arrivare qui? I quattro venti ti hanno portato fin qui ?! È Dio che mi ti ha portato!” Davide stava ricevendo il dono della fede in Dio! Davide era un moribondo ed io mi trovavo li in ospedale, davanti a lui seduta. Dio voleva avermi li da lui in questo ultimo passo che aveva da fare. Lui voleva confessarsi ed era pronto a farlo, ma non si trovava un sacerdote... Davide era li nel letto e mi diceva tante belle cose. Per lui era consolazione avermi li, diceva sempre che sia stato Dio a mandarmi da lui, ma era anche consolazione per me, essergli vicino. Sembrava un angelo, un angelo alto e forte che adesso doveva lasciarci. Sembrava che morisse in pace.

Di colpo era passato del tempo e mi trovavo ancora li davanti a Davide che si trovava nel letto, ma il suo corpo e il suo viso erano avvolti da un lenzuolo bianco. Vidi la sua madre e delle donne li presenti, anche uomini, che adesso lasciarono la stanza. Le lacrime gli si erano già asciugati. Noi tutti eravamo usciti dalla stanza. Davide era morto e la sua famiglia adesso parlava su come procedere ecc. Loro non volevano stare più da Davide, ed io lasciai con loro la stanza! Andammo fuori e ci trovavamo ad attraversare dei corridoi lunghi di questo ospedale. I parenti di Davide parlavano molto, anche tante chiacchiere e discussioni su tante cose profane. Dentro di me sentii tutto ad un tratto il grido di Davide di non lasciarlo solo!!! Di ritornare da lui! Sentì l´appello di non abbandonarlo ma di restargli vicino, e tutto il mio cuore mi voleva li da lui. Era come se Davide era Gesù che chiamava aiuto! `Vai dove il cuore di porta´, sentivo dirmi, e sentii di nuovo le sue parole: `Dio mi ti ha portata´. Iniziai a correre per ritornare indietro nella stanza di Davide. E di colpo sentii un vento forte che non solo mi rese veloce ma mi fece volare fino ad arrivare in stanza davanti a Davide.
Davide aveva bisogno di compagnia: aveva bisogno di preghiere! Non doveva esser lasciato solo!!! Mentre i suoi famigliari pensarono che era tutto finita e che Davide adesso riposava in pace era proprio adesso che Davide aveva tanto bisogno di noi! Mi trovavo davanti a Davide. Era come se il suo corpo dormisse. Anche se lui fu dichiarato morto in pace, lui non era in pace. La sua anima non era in pace! Cristo mi mise un peso enorme nel cuore, di pregare per la sua anima! Iniziai a piangere, a gridare, a supplicare Dio di avere misericordia con lui. Davide non si era confessato prima di morire, ma grazie a Dio, si era pentito dei suoi peccati ed ebbe il desiderio di confessarsi. Però anche se sembrava di essersi addormentato in pace, non era in pace. Di certo che fa bene pregare per quaranta giorni per un persona che è morta, fa sempre bene pregare per i defunti e le anime che hanno da soffrire molto nel purgatorio, ma la preghiera nei primi tre giorni dopo la morte di una persona non va trascurata. É molto importante. Sono importanti le penitenze, il lutto, le preghiere e suppliche! Pregare per i fedunti che gli sia accorciato il tempo che starebbero in purgatorio! È tanto importante che ci siano anime che pregano sia per i moribondi e anche per i defunti! Preziose e di granbde sollievo sono le sante messe dette per queste anime! Avevo preso la decisione di non lasciare il mio Davide, ma di restare vicino a lui per i prossimi tre giorni e implorare Dio di avere misericordia con lui! Volevo stargli vicino con veglie, digiuni, preghiere e penitenze fino al suo funerale. Sentivo l´urgente bisogno di fare penitenza e supplicare con tutta me stessa, sotto lacrime e lamenti, la misericordia di Dio! Domandare a Maria Santissima la sua intercessione e l´aiuto di Gesù per questa anima! Capì che mentre la famiglia di Davide adesso si occupava di come rendere bello il funerale, e di invitare le persone eccetera, non seguivano l´urgente compito che avevano di aiutare Davide, in ginocchio, con le preghiere, con le lacrime, lamento e intercessione. Sia da moribondo non aveva nessuno che pregasse e piangesse per lui e da morto ancora peggio! Appena l´uomo ha lasciato la vita terrena, ha tantissimo bisogno dei suoi cari, non delle loro preoccupazioni mondani e della loro mancanza di pazienza e fede, ma d´amore cristiana, di vera fede e misericordia, di preghiera, digiuni, veglie, sacrifici e suppliche. Ha bisogno di tante sante messe dette per lui! Un numero ideale sarebbe almeno 30 Messe!  Le Messe gregoriane sono d´aiuto per le anime dei defunti!
Ha bisogno di sante messe e di anime in preghiera, in lutto e suppliche per lui, supplicando Dio di avere misericordia! 

Mi sono svegliata di colpo, è stato tutto solo un sogno! Solo un sogno? 
Vidi ancora quel volto di Davide e sentii ancora il suo grido di aiuto!!!

Questo Davide sono i tanti moribondi e le anime dei defunti che proprio adesso hanno bisogno delle nostre preghiere! Proprio adesso hanno bisogno di lutto, di pianti, suppliche, penitenze e intercessione. 

E se non possiamo fare visita ai moribondi? Andiamo alla santa messa a pregare per loro. 
Prenotiamo delle messe per queste povere anime e per i tanti defunti! Andiamo in ginocchio davanti al Santissimo, e preghiamo per loro! Li diamo conforto a queste anime e collaboriamo a salvare anime. Dio manda loro un angelo che gli sta vicino e li accompagni da Gesù!
Aiutiamo Cristo a trovare questa anima e stringerla stretta al cuore. 
Ci sono sempre moribondi e ogni istante ci sono persone che muoiono!

Non ci si può arrivare da tutti i moribondi del mondo? E non ci si può andare in purgatorio per fare una visita alle anime che soffrono li? Prega per loro e gli mandi aiuto! Cristo e la Madonna aiutano queste anime. Si dice di vedere nell uomo Cristo? E vediamo l´uomo in Cristo, l´uomo sofferente in Cristo Gesù che vuole il suo bene. Stiamo vicini a Cristo e consoliamo Cristo; e avremmo consolato l´uomo sofferente! Non puoi andare a Calcutta ad aiutare li gli ammalati e i moribondi? Porti i sofferenti e moribondi di Calcutta in preghiera da Gesù, esposto nel Santissimo Sacramento del´altare, prega per loro. Rivolgi il tuo sguardo a Cristo sulla croce e li prega per tutti! Non trascurare di portare l´uomo da Cristo, nel Santissimo Sacramento che è nel tabernacolo. Cristo è sulla croce, che si dona per noi. Prega per l´anima bisognosa d´ aiuto e di misericordia! Certi hanno il compito di portare Gesù nel mondo, altri il compito di portare il mondo ai piedi di Gesù, affidandogli le anime!


Ci sono sempre anime che hanno bisogno di noi, della nostra preghiera e intercessione, delle nostre sofferenze, lacrime, sacrifici offerte, e specialmente del più grande Sacrificio che è l´agnello di Dio: Gesù Cristo che si è donato per noi. Facciamo dire Messe per loro, affinché Dio doni a loro al più presto la gloria del paradiso; il cielo! 
L'eterno riposo, dona loro, o Signore, e splenda ad essi la Luce perpetua. Riposino in pace. Amen."

Il Giudizio particolare e universale e i 100 Requiem !

Gesú ti trova!

Come Gesù trova la sua pecora smarrita Maddalena!
Lui desidera trovare tutte le Maddalene del mondo.
 
















"Ti ho trovata!"




... Ma ecco che una pecorella lo lascia. Quanto Egli l'amava! Era giovane, pura, candida,
come nuvola in cielo d'aprile. Il pastore la guardava con tanto amore, pensando a quanto bene
poteva ad essa fare e quanto amore riceverne. Ed essa lo abbandona.
È passato, lungo la via che costeggia il pascolo, un tentatore. Non ha la casacca austera,
ma veste una veste di mille colori. Non ha cintura di pelle con l'ascia e il coltello pendenti, ma
una cintura d'oro da cui pendono sonagli argentini, melodiosi come voce di usignolo, e fiale di
essenze che inebbriano... Non ha bordone come il pastore buono col quale radunare e
difendere le pecore, e se non basta il bordone egli è pronto a difenderle con l'ascia e coltello e
anche con la vita. Ma questo tentatore che passa ha fra le mani un turibolo brillante di gemme,
da cui sale un fumo che è lezzo e profumo insieme, ma che sbalordisce così come lo sfaccettio
dei gioielli - oh! quanto falsi! - abbacina. Egli va cantando e lascia cadere manate di un sale
che brilla sulla strada oscura...
Novantanove pecore guardano e stanno.
La centesima, la più giovane e cara, fa un balzo e scompare dietro al tentatore. Il pastore
la chiama. Ma lei non torna. Va più veloce del vento per raggiungere colui che è passato e, per
sorreggersi nella corsa, gusta di quel sale che le scende dentro e la brucia di un delirio strano
per cui anela ad acque fonde e verdi in un cupo di selve. E nelle selve, dietro il tentatore, si
sprofonda e penetra e sale e scende e cade... una, due, tre volte. E una, due, tre volte sente
intorno al suo collo l'abbraccio viscido dei rettili, e volendo bere beve acque inquinate, e
volendo nutrirsi morde erbe lucide di bave schifose.


Che fa intanto il pastore buono? Chiude al sicuro le novantanove fedeli e poi si pone in
cammino, e non resta di andare sinché non trova tracce della perduta. Poiché ella non torna a
lui, che pure affida ai venti le sue parole di richiamo, egli va a lei. E la vede da lungi, ebbra fra
le spire dei rettili, tanto ebbra che non sente nostalgia del volto che l'ama; e lo deride. E la
rivede, colpevole di esser penetrata, ladra, nell'altrui dimora, tanto colpevole che non osa più
guardarlo... Eppure il pastore non si stanca... e va. La cerca, la cerca, la segue, l'incalza.
Piangendo sulle tracce della perduta - lembi di vello: lembi d'anima; tracce di sangue: delitti
diversi; lordure: prove della sua lussuria - egli va e la raggiunge.
















Ah! ti ho trovata, diletta. Ti ho raggiunta!
Quanto cammino ho fatto per te. Per riportarti all'ovile!!!
Non chinare la fronte avvilita. Il tuo peccato è sepolto nel mio cuore. Nessuno,
fuorché Io che ti amo, lo conoscerà. Io ti difenderò dalle critiche altrui, ti coprirò
con la mia persona per farti scudo contro le pietre degli accusatori.
Vieni. Sei ferita?
Oh! mostrami le tue ferite. Le conosco.
Ma voglio che tu me le mostri con la confidenza che avevi quando eri
pura e guardavi a me, tuo pastore e dio, con occhio innocente.
Eccole. Hanno tutte un nome. Come sono profonde!  
Chi te le ha fatte tanto profonde queste nel fondo del cuore? 
Il Tentatore, lo so. È lui che non ha bordone né ascia, ma che colpisce più a fondo 
col suo morso avvelenato, e dietro a lui colpiscono i gioielli falsi del suo turibolo: 
coloro che ti hanno sedotta col loro brillare... e che erano zolfi d'inferno 
tratti alla luce per arderti il cuore. Guarda quante ferite!
Quanto vello lacerato, quanto sangue, quanti rovi.
O povera piccola anima illusa! Ma dimmi: se Io ti perdono, tu mi ami ancora? Ma dimmi:
se Io ti tendo le braccia, tu vi accorri? Ma dimmi: hai sete dell'amore buono? 
E allora vieni e rinasci. Torna nei pascoli santi. Piangi. 
Il tuo col mio pianto lavano le tracce del tuo peccato, ed
Io per nutrirti, poiché sei consumata dal male che ti ha arsa, mi apro il petto, 
le vene mi apro, e ti dico: "Pasciti, ma vivi!". 
Vieni, che ti prendo sulle braccia. Andremo più solleciti ai pascoli
santi e sicuri. Tutto dimenticherai di quest'ora disperata. E le novantanove sorelle,
le buone, giubileranno per il tuo ritorno perché, Io te lo dico, mia pecorella smarrita
che ho cercato venendo da tanto lontano, che ho raggiunto, che ho salvato, 
si fa più festa fra i buoni per uno smarrito che torna, che non per novantanove giusti
che mai si sono allontanati dall'ovile».
Gesù non si è mai voltato a guardare sulla via che ha alle spalle e sulla quale è
sopraggiunta, fra le penombre della sera, Maria di Magdala, ancora elegantissima,
ma vestita almeno, e ricoperta da un velo oscuro che ne confonde i tratti e le forme.
Ma quando Gesù parla dal punto: «Io ti ho trovata, diletta»,
Maria porta le mani sotto al velo e piange, piano e continuamente...




Dai scritti di Maria Valtorta
http://www.anacoreti.it/home/maria-maddalena/